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MISTERO

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Ho vissuto lunghi anni combattendo con una certa e neppure così nascosta ipocondria, fino ad arrivare a capire che, forse, quelle strane paure non erano così tanto mie, quanto di coloro che vivevano nelle mie vicinanze. Non ho mai vissuto granché bene i malanni e i rovesci di fortuna in questo ambito, tanto da essere estremamente preoccupata, una volta nato mio figlio, di non riuscire a gestire in modo equilibrato e sensato i suoi, di malanni. Sicuramente, nonostante quel minimo di consapevolezza, non l’ho fatto come avrei dovuto e, chissà, un domani mi aspetto da lui la classica, rabbiosa, accusa della prole al proprio genitore: “E’ colpa tua se sono diventato così!, dove in quel così” ci può stare l’universo intero ed, anche, esattamente il suo contrario.

Col senno di poi, svoltata ormai la soglia dei quaranta, credo di poter dire di essere sicuramente migliorata anche solo rispetto ad una decina di anni fa. Il tema della salute mi interessa sempre parecchio, ma questo non credo sia necessariamente sintomo di patologia psichiatrica grave, e ogni tanto mi capita di fare qualche riflessione più approfondita del solito, dopo aver letto, visto, ascoltato opinioni e pareri che, di questi tempi web-iperconnessi sono più impazziti che mai, nell’assolutezza dei loro opposti, naturalmente.

Qualche tempo fa mi è capitato di sentire pronunciare (da un medico, non dallo spazzacamino delle valli zurighesi :-)) questa frase: la scienza è la verità del momento”. Credo di non aver mai percepito così tanta verità in così poche parole. Ho notato, probabilmente anche per legittimo contrasto con tendenze diametralmente opposte, una recrudescenza del movimento positivista:” la verità è solo quella che possiamo dimostrare, quindi provare in laboratorio, e poi scriverci trattati di migliaia di pagine, possibilmente accompagnate da un discreto numero di formule matematiche. Tutto il resto sono (scusate) solenni str……“. Ciò ovviamente vale per la salute, la malattia, le medicine, l’alimentazione, l’educazione e chi più ne ha più ne metta. Io sono estremamente spiacente, perché credo fermamente che aderire a questo genere di convinzioni consentirebbe di semplificarmi la vita in modo impressionante, ma non ce la faccio, né ce l’ho mai fatta. Non posso fare a meno di ricordare che secondo “la scienza“, non più tardi di qualche decennio fa, nell’arco di pochi anni non sarebbero più esistite malattie infettive, grazie agli antibiotici e alla scoperta di “una pillola per qualunque cosa”: la vita, ahimé, ha dimostrato, e continua a dimostrare, che le cose stanno prendendo esattamente la piega opposta e che, anzi, secondo “la scienza di oggi” molte delle medicine di adesso a breve non saranno più in grado di curare un bel niente. Non posso non ricordare quando, ed è davvero pensiero di tempi recenti, se non ti mangiavi almeno una bistecca al giorno e qualche razione extra di fegato bovino saresti passato a miglior vita per cronica carenza di ferro e globuli rossi: oggi ti dicono chiaramente che sarai destinato a morire presto SE LO FAI.

Non sono un’amante delle teorie del complotto, quelle che sostengono che qualsiasi cosa venga veicolata dai media sia una trappola per gli stupidi, perché il mondo globale è lì sempre pronto a fregarti nell’interesse dei cosiddetti “poteri forti“, siano essi i governi, le multinazionali o la Spectre. Anzi, sono sempre più infastidita da tutti coloro secondo cui la “verità” è sempre dalla parte opposta a quella che ti raccontano, sia che si parli di vaccinazioni, che di alimentazione o di sistemi scolastici ed educativi. Da quelli che hanno trovato la verità, il santo Graal della conoscenza e ritengono sia loro imprescindibile dovere diffondere il verbo all’universo mondo: peccato che, se li guardi un pochino da vicino, quelli che paiono avere problemi davvero insuperabili nonostante la magica ricetta siano proprio loro.

E allora?! Come la mettiamo? Non la mettiamo, signori e signore. Nel senso che io credo profondamente che ogni essere umano abbia il sacrosanto diritto e l’altrettanto sacrosanto dovere di farsi delle domande e cercare le migliori risposte per sé, per ciò che è e che sente in un determinato momento, per quanto il suo corpo e la sua anima domandano e rispondono nello specifico frangente. Non mi va di essere presa in giro (anche con le migliori intenzioni, per carità) né dagli uni né dagli altri. Temo non riuscirò mai a credere che certe brutte malattie siano banalmente curabili con polverine magiche alla portata di ogni dispensa di cucina, ma vorrei che anche “gli altri” avessero l’umiltà e l’onestà intellettuale di dire che anche con “le medicine ufficiali” a volte (o molto spesso) si muore ugualmente. Che certe cose ancora non si sanno perché non si conoscono davvero, che certe “ricette” miracolose sono solo tentativi, ipotesi e supposizioni, ancora ben da dimostrare in quelle migliaia di pagine di trattati e formule matematiche. Che ci sono persone morte per gli effetti collaterali dei farmaci “scientifici”, così come per i non effetti delle polverine magiche.

E quando queste cose non le senti mai, cominci davvero ad avere il sospetto che, di tanto in tanto, qualcuno abbia interesse a prenderti in giro. O, forse, che sia solo molto poco illuminato, o semplicemente spaventato dalla sua pochezza umana: io non ho risposte tranne una. Viviamo comunque, anche negandolo con tutte le forze che abbiamo, avvolti in un fitto mistero di cui nessuno, ad oggi, ha la soluzione definitiva. Credo che negarlo sia la cosa più stupida e arrogante che l’essere umano possa fare, indipendentemente dalle intime convinzioni (o non convinzioni) di ciascuno. D’altra parte è noto, e il saggio lo argomentava adeguatamente già parecchi secoli fa, che: “Ci sono più cose in cielo e il terra…..di quante ne sogni la tua filosofia” e che, per quanto attiene l’animo umano, Shakespeare ha già detto tutto quanto c’era da dire.


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