Ogni tanto mi viene da sorridere, ogni tanto no. Inizialmente ho riso di gusto, alcuni giorni fa, leggendo un articolo su un giornale distribuito gratuitamente qui a Zurigo, in cui, per un paio di pagine di lunghezza e dovizia di particolari, si raccontava che “gli uomini (intesi nel senso di maschi) hanno scoperto lo yoga“. Dopo anni e anni in cui la disciplina era da loro sostanzialmente snobbata, perché considerata “cosa per femminucce”, da qualche tempo sta riscuotendo un successo senza precedenti.
Tutto ciò grazie al fatto che gli esponenti del sesso forte (ehm…) hanno capito che non si tratta affatto di una cosuccia all’acqua di rose, in cui ti siedi nella posizione del loto per un po’, meditando sulla punta del tuo naso, ma, al contrario, è una pratica che comporta impegno, dedizione, fatica, nonché una buona dose di muscoli, qualora tu sia interessato a mettere in pratica posture impegnative come quelle che, abitualmente, vengono “sponsorizzate” sulle riviste ad hoc, o sulle pubblicità delle scuole più trendy: in sostanza quelle che domenica ho visto fare dagli acrobati del Circo Nazionale Svizzero (che, tra parentesi, sono davvero bravi e meritano sul serio l’investimento di un pomeriggio con prole al seguito).
Una delle principali ragioni del recente successo dello yoga in campo maschile deriverebbe anche dal fatto che gli uomini sono sempre più soggetti ad ansia da prestazione lavorativa, che determina nel tempo una forte pressione psicofisica, sotto il peso della quale rischiano prima o poi il “burn out”, essendo tra l’altro mediamente meno abituati delle donne ad incontrare la parte emozionale di sé stessi e a prendersene cura con pratiche di auto-consapevolezza e rilassamento.
Stavo sorridendo molto, fino a che mi sono trovata a leggere, in coda, alcune delle ragioni per cui è consigliato praticare yoga:
– Riduce lo stress
– Rinforza i muscoli
– Fa dimagrire
– Purifica il corpo
– Rinforza il sistema immunitario
– Migliora la vita sessuale.
Ora, vediamo un po’ se tutto ciò ha in qualche modo a che fare con una qualche altra “ansia da prestazione” o meno
Difficile, difficilissimo davvero, staccarsi dai soliti clichés e dai nostri soliti schemi mentali del: “Faccio questo perché così divento più bello, più forte, più magro, più, più, più….” E se penso che lo yoga dovrebbe (potrebbe) seriamente aiutarci ad uscire dalle nostre abitudini, dai nostri sentieri quotidiani, dagli automatismi di cui neppure ci rendiamo più conto, allora mi viene sul serio un po’ meno da ridere. Poi, è chiaro, ognuno fa quel crede, e coglie dalla vita le opportunità nel modo che ritiene migliore per sé.